Storia del Palazzo di Giustizia

Porta Tosa e le Cinque Giornate

Il borgo di porta Tosa, dopo un lungo periodo vissuto senza eccezionali avvenimenti, balzò alla ribalta durante le Cinque Giornate milanesi del 1848; fu in questa zona, infatti, che avvennero gli episodi più salienti del movimento insurrezionale e vi infuriò maggiormente la battaglia, combattuta dai cittadini con ogni mezzo; qui, infine, il successo arrise agli insorti, tanto che porta Tosa fu ribattezzata porta Vittoria.

Proseguendo sul corso di porta Vittoria, troviamo, oggi, sulla destra il Palazzo di Giustizia - che sarà oggetto di studio in un capitolo a parte - e, sulla sinistra, il Palazzo della Camera confederale del Lavoro, sorta nel 1891, il più antico organismo sindacale milanese. Oggetto nel 1930 di pubblico concorso, la costruzione fu affidata alle cure degli architetti Caneva-Carminati-Bordoni, che realizzarono la fronte con il rosso acceso del cotto e con il verde grigiastro del marmo cipollino apuano. Il borgo che si staccava anticamente dallo stradone di porta Tosa (ora Vittoria), dopo l'attuale Palazzo di Giustizia - sorto sul convento di S. Prassede - e si dirigeva verso i bastioni, era detto borgo della Fontana, da una fonte presso la quale sorgeva l'oratorio di S. Maria alla Fontana, che risaliva agli anni Sessanta del Quattrocento. Dal ponte di porta Tosa partiva, invece, il borgo della Stella - l'attuale via Corridoni - fino ai bastioni, derivando il proprio nome da una modesta chiesa di S. Maria della natività o della Stella, di istituzione trecentesca e scomparsa nel Settecento.

Corte di Appello