Il bassorilievo del Martini
Ma l'attenzione generale è attirata soprattutto dal bassorilievo del Martini, nel quale la resa del tema - la "Giustizia
corporativa" - è pienamente raggiunta nella sostanza e nella forma, con una ventata di poesia di ampio respiro. Al centro
una figura della Giustizia seduta sul tronco dell'albero del bene e del male, il volto sereno e quasi impassibile, ma
nello stesso tempo sollecito e attento, in mano gli attributi tradizionali, la bilancia e la spada. Intorno si svolgono,
in quattro grandi comparti, favole eroiche, raffigurazioni storiche e sociali, connesse al soggetto ed espresse con
sapiente spontaneità. Nella parte superiore le favole con gli "Eroi" - Bellerofonte, Dedalo e Icaro, un Caduto anonimo
portato al funerale dalla Vittoria -; le passioni con le "Ambizioni" - la Bellezza, Pégaso e il poeta, gli Amori, la
Vanità -. Ma la vivacità dell'opera va facendosi più mossa e più aderente al tema "Giustizia" scendendo verso gli
scomparti inferiori. In essi due principali argomenti, la "Famiglia" a sinistra, gli "Intellettuali" a destra. Nella
"Famiglia" il lavoro di padre, madre e figlio per il pane quotidiano; l'affetto tra genitori e figli, e il ritorno del
figliuol prodigo. Negli "Intellettuali" uomini di diversa età, in cammino al seguito di un giurista e di un vescovo
appaiati, che simboleggiano la storia civile, le corporazioni intellettuali, la dottrina umana e quella religiosa,
quest'ultima culminante nella Carità, che assiste il povero, ad emblema delle opere assistenziali. Concludiamo con le
parole di elogio all'opera di Riccardo Bacchelli nel 1937: "la Giustizia non guarda nessuno e vede tutto, mentre l'umanità
sogna e lavora, medita e s'affanna, lotta ed ama, attorno al tronco su cui ella è seduta, dell'albero della scienza, del
bene e del male".
Altre sculture e bassorilievi di stile neoclassico o moderno sono distribuiti nelle aule di udienza, opere di Ercole Drei,
Leone Lodi, Eros Pellini, Tino Bortolotti, Giovanni Prini, Luigi Broggini, Lucio Fontana, Marchini; mentre Antonio Maraini
è presente sul frontale dell'Aula Magna con la "Giustizia cui si sottomette in ginocchio la Colpa".