Il Pio Albergo Trivulzio e palazzo Sormani
In questa via, al n. 6-10, un ramo della famiglia Trivulzio ebbe la sua fastosa dimora - la cui costruzione risaliva ai
secolo XIV e XV - nota come frequentato luogo di ritrovo di intellettuali. Fu nel 1757 che un membro della famiglia,
Antonio Tolomeo, di propria iniziativa dedicò il palazzo al ricovero di vecchi indigenti - palazzo che prese il nome di
Pio Albergo Trivulzio - con lo scopo di dare asilo a poveri in avanzata età d'ambo i sessi, offrendo loro fino alla morte
assistenza fisica e morale. Aperto nel 1771, l'ospizio fu amministrato in vario modo, finché nel 1863 venne istituito il
Consiglio degli orfanotrofi e luogo Pio Trivulzio, che esiste tuttora, anche se l'edificio, ceduto al Comune nel 1910, fu
lasciato dai ricoverati, trasferiti in una sede più idonea. Duramente danneggiato nei bombardamenti del 1943 - durante i
quali andò distrutto il cortile gotico, uno dei pochi esempi milanesi di tale stile - esso venne demolito nel 1947, per
far posto a nuovi edifici dell'Azienda elettrica.
L'altro dei palazzi, che davano lustro e splendore artistico alla zona, è il palazzo Sormani-Andreani, posto all'angolo
tra l'attuale via Francesco Sforza e via Guastalla. Costruito dalla famiglia Monti - che diede vescovi e magistrati alla
città, soprattutto nel Seicento - esso si presenta ancor oggi imponente per grandezza e fasto decorativo, dovuti
soprattutto agli interventi settecenteschi di Francesco Croce e del Pollack, per quanto riguarda il giardino. Il palazzo
venne ceduto, in seguito, alla famiglia Andreani e quindi ai Sormani-Andreani-Verri, per poi essere acquistato, intorno
agli anni trenta, dal Comune e destinato a sede della biblioteca comunale. Sulla destra dello stradone di S. Prassede -
ora corso di porta Vittoria - che partiva da largo Augusto per arrivare ai bastioni "spagnoli", aveva inizio la via della
Guastalla, segnata, in un lungo tratto rettilineo, dal palazzo Sormani e da una serie di sobrie e preziose case di
nobili, fino ad arrivaree al giardino della Guastalla e al Collegio in esso fabbricato nel 1555 e donato da Paola Ludovica
Torelli della Guastalla, con lo scopo di educare fanciulle di famiglie nobili decadute.